mercoledì 29 luglio 2009

Minorenne obbligata dalla zia a prostituirsi, lo sdegno della Manfredi


La viceresponsabile romana dell’Italia dei Diritti: “Spero che la società civile non abbandoni questa piccola vittima”



Roma - “Sono notizie che non vorremmo mai sentire e che, invece, si susseguono quasi quotidianamente sui giornali, tanto da ridursi a brevi trafiletti che per lo più passano inosservati. Situazioni come questa sono quasi sempre figlie del degrado. Nel caso specifico, una ragazzina che, chissà per quale destino, è stata affidata a una zia materna, la quale anziché tutelarla e proteggerla ha pensato bene di lucrare sulla sua pelle”. È quanto dichiarato da Anna Manfredi, viceresponsabile per Roma dell’Italia dei Diritti, il movimento nazionale che ha in Antonello De Pierro il suo presidente. Lo spiacevole episodio in questione è quello di una ragazza di 14 anni, costretta dalla zia a cui era stata affidata ad avere rapporti sessuali con un conoscente della donna, il quale forniva alla minorenne anche delle sostanze stupefacenti. L’adolescente, nonostante le ripetute minacce, ha denunciato tutto agli assistenti sociali e poi alle forze dell’ordine che hanno immediatamente arrestato la zia e l’uomo che abusava della piccola.

“Sarà difficile per questa ragazza - prosegue la Manfredi - ricostruire la propria vita e ritrovare la fiducia nel prossimo. Mi auguro che, oltre ai servizi sociali che hanno segnalato l’accaduto e agli organi di polizia, ora intervengano in aiuto psicologi e psichiatri che supportino questa giovane in un cammino che si preannuncia assai arduo, anche in considerazione del fatto che alla violenza sessuale subita va aggiunta la somministrazione di stupefacenti. Mi chiedo - conclude la viceresponsabile romana del movimento - quale destino attenda ora la ragazza. Un affidamento? Una casa famiglia? Il parcheggio in un centro di igiene mentale? Il grave rischio è che la società civile abbandoni questa piccola vittima. Spero vivamente che le istituzioni si occupino di lei”.

mercoledì 22 luglio 2009

Tre anni per il pirata della strada ubriaco, lo sdegno di Calgani


Il responsabile romano dell’Italia dei Diritti: “Episodi come questo ci lasciano solo il desiderio di una giustizia che resta la vera latitante di questo Paese”



ROMA - Sono trentasei i mesi inflitti al romeno che a Roma, il 7 febbraio scorso, mentre era ubriaco alla guida di un auto rubata, uccise un ragazzo di 37 anni guidando contromano sulla via Prenestina senza neanche fermarsi a prestare soccorso. Le polemiche divampate dopo la sentenza non si placano per una condanna che sembra non dare il giusto rilievo ad azioni che andrebbero punite in modo più deciso e severo. Alessandro Calgani, responsabile romano dell’Italia dei Diritti, ha dichiarato sconcertato: “Rimango sconvolto come cittadino ed ho la stessa reazione che hanno la maggior parte di noi, una sorta di senso di rabbia ed impotenza di fronte all'impunità costante che si rileva di fronte a dei reati come gli omicidi. Qui c'è un problema di fondo sulle applicazioni della legge, ma soprattutto sugli escamotage legislativi".
Non è la prima volta che l’Italia dei Diritti si schiera in modo deciso contro coloro che, ubriachi alla guida, sono causa di incidenti stradali e di vittime innocenti. Il movimento guidato da Antonello de Pierro da anni si batte per pene più severe per coloro che causano migliaia di morti sulle strade proponendo: la revoca definitiva della patente e l’arresto immediato per chi viene trovato al di sopra dei tassi alcolemici consentiti per legge alla guida di un’autovettura e l’accusa di omicidio volontario per chi, ubriaco alla guida, causa incidenti stradali. Queste pene andrebbero però accompagnate a un aumento dei livelli di alcolemia consentiti e da controlli che accerterebbero il reale pericolo del conducente fermato.
“Esprimo a nome di noi tutti, la più sentita solidarietà alla famiglia di Marco - conclude Calgani - augurandomi che tragedie come questa smettano di ripetersi sulle strade del nostro Paese".

lunedì 20 luglio 2009

Italia dei Diritti denuncia degrado sulle spiagge di Ostia


A sollevare la questione è Paola Torbidoni, responsabile del movimento per il XIII Municipio. Il responsabile romano Alessandro Calgani: “Gli obblighi dei gestori sono tali per tutto l’anno”



Roma – In estate, si sa, il litorale romano vive il suo periodo aureo, i cittadini provenienti dalla Capitale trovano strutture accoglienti, spiagge pulite, servizi efficienti. Ma in inverno? La responsabile del movimento per il XIII Municipio Paola Torbidoni ha sollevato un problema che ha messo in mostra una situazione a tratti preoccupante. Passata l'estate, infatti, nonostante i proclami effettuati dai proprietari degli stabilimenti balneari circa gli sforzi per la conservazione e la salvaguardia del patrimonio del demanio, la fruizione delle spiagge diventa un problema: recinti, cancelli chiusi, sporcizia, plastica. In merito è intervenuto Alessandro Calgani, responsabile romano del movimento presieduto da Antonello De Pierro, che ha dichiarato: “Gli obblighi dei gestori in termini di responsabilità della manutenzione degli arenili vanno rispettati anche quando questi non hanno come introito il biglietto di ingresso. Proprio quest'anno che i mondiali di nuoto stanno dando una opportunità enorme alla nostra città sarebbe il caso di dimostrare a tutti che esiste una gestione della costa non puramente di facciata. E' da tempo che ci stiamo pensando, ma potrebbe essere istituito un fondo di cooperazione alla pulizia delle spiagge in cui esistano dei rimpalli di competenza e al quale dovrebbero partecipare coloro che traggono profitto da sfruttamento e concessioni di aree del litorale. Comunque – conclude Calgani – resta il fatto che azioni atte a garantire il decoro devono essere puntuali e allo stesso tempo repressive nei confronti di chi sfrutta la costa solamente per trarne giovamento economico”.

venerdì 17 luglio 2009

Farmacista romano nega pillola del giorno dopo, Manfredi indignata


La vice responsabile romana dell’Italia dei Diritti: “Rifiuto incomprensibile, per una donna non è mai una decisione presa alla leggera”


Roma - Lascia sgomenti la notizia - apparsa su La Repubblica - del farmacista romano che si è rifiutato di dare la pillola del giorno dopo, regolarmente prescritta dal medico, a una donna che ne aveva bisogno e che si è dovuta rivolgere così ai carabinieri per denunciare il farmacista. Aspra la critica della vice responsabile per Roma dell’Italia dei Diritti Anna Manfredi: “Commentare un articolo del genere senza alzare i toni, soprattutto per una donna, è assai difficile. Purtroppo essere donna, si sa, è ruolo molto duro: diritti parificati sulla carta e inesistenti all’atto pratico. Essere donna significa anche avere a che fare con persone che ricoprono ruoli quali medici, farmacisti - come in questo caso - che si arrogano il diritto di giudicare cosa si fa e cosa è peccato”. Prosegue indignata l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro: “Per una donna scegliere di abortire o usare più semplicemente la cosiddetta pillola del giorno dopo, non è mai una decisione presa a cuor leggero: dietro vi è sempre un motivo che né Chiesa, né medici, né zelanti farmacisti obiettori di coscienza possono permettersi giudicare”. La Manfredi sottolinea la carenza di assistenza come uno dei motivi che possono portare a decisioni tanto sofferte e conclude: “La mia personalissima e sicuramente discutibile opinione è che ogni donna ha il sacrosanto diritto di decidere per se stessa e per la vita che porta in grembo anche perché in Italia non ci sono supporti di nessun genere per donne single che decidono di mettere al mondo figli. Questo rifiuto alla signora nel suo diritto ad ottenere la ‘pillola del giorno dopo’ per me è incomprensibile tanto quanto l’ostilità della chiesa cattolica contro l’uso dei profilattici”.

giovedì 16 luglio 2009

Tutti gli autodemolitori fuori dal GRA, il commento della Manfredi


La vice responsabile per la città di Roma dell’Italia dei Diritti: “I cambiamenti avvengono solo dopo le tragedie”

Roma - “E’ stata una nube nera, spaventosa e minacciosa, scaturita dall’incendio in un autodemolitore nel quartiere Appio, ad accelerare il “processo di decentramento” degli ex sfasci romani”. Anna Manfredi, vice responsabile per Roma dell’Italia dei Diritti, ha commentato così la decisione presa da Regione, Comune e Provincia di spostare tutti gli ex sfasci romani fuori dal Grande Raccordo Anulare. “In Italia, è consuetudine ormai, che i cambiamenti avvengano solo a seguito di tragedie, questa volta fortunatamente non ci sono state vittime. È auspicabile che le autorità rimuovano queste strutture, spesso troppo vicine ai centri abitati. La buona notizia - conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - è che questi spazi verranno bonificati per poterli rendere accessibili ai cittadini. Quanto tempo ci vorrà prima di vedere dei risultati?”.

mercoledì 8 luglio 2009

Giocattoli cinesi pericolosi, Calgani contro la contraffazione


Il responsabile romano dell’Italia dei Diritti: “E’ un fenomeno di cui si sottovalutano portata e nocività”

Roma - Gli agenti del VII gruppo della polizia municipale comandati da Marco Giovanniorio hanno sequestrato stamattina migliaia di giocattoli contraffatti e potenzialmente pericolosi stipati in due grandi depositi gestiti da cinesi nel quartiere Prenestino, a Roma. Bambole, puzzle, pistole ad acqua e altro materiale ludico erano pronti per riempire gli scaffali dei rivenditori romani, privi delle certificazioni di sicurezza CE.

“Quello della contraffazione degli articoli per bambini è un fenomeno che sta diventando preoccupante e di cui molti sottovalutano la pericolosità - ha dichiarato Alessandro Calgani, responsabile romano dell’Italia dei Diritti -, basti pensare che qualche tempo fa episodi di giocattoli non a norma hanno messo in ginocchio una multinazionale come la Mattel. Esprimo tutta la mia soddisfazione per l’operazione condotta dalla polizia municipale che si è adoperata agendo in una zona che spesso risulta off-limits per l'alta concentrazione della comunità cinese. Questo - conclude il rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro - dà la dimostrazione che la competenza degli uomini impiegati è notevole, anche se spesso non può essere sfruttata completamente per le carenze economiche con le quali si è costretti a operare”.

Via San Godenzo in rivolta per escrementi animali, interviene Calgani


Il responsabile romano dell’Italia dei Diritti : Il nostro movimento come megafono di una voce dei cittadini che non viene ascoltata”



Roma - Continua da due anni e mezzo la battaglia del comitato cittadino di via San Godenzo, in zona Trionfale, contro il degrado provocato dai molti proprietari di cani poco solerti nel raccogliere le feci dei loro “amici a quattro zampe”. Un disagio dovuto alla totale violazione della normativa Ama in materia, e agli inesistenti provvedimenti della Polizia Municipale, nonostante i continui ed insistenti solleciti. Gli abitanti delle palazzine limitrofe, rappresentati dal Dott. Marco Ferranti, lamentano l’impossibile convivenza con i latrati degli animali anche nelle ore notturne, lo spettacolo indecoroso dei cassonetti pieni di escrementi non racchiusi nei consoni sacchetti, e addirittura, a causa delle frequenti piogge e della calura estiva, le numerose pozzanghere nauseabonde circondate da sciami di insetti e i cattivi odori persistenti. Tutto ciò, tra l’altro, senza mantenere l’area contestata ad una distanza di sicurezza di 100 metri rispetto al piccolo parco, presente nella stessa strada, popolato da bambini che dovrebbero giocare nella totale tranquillità e nel pieno rispetto delle norme igieniche. In difesa del gruppo interviene Alessandro Calgani, responsabile per Roma dell’Italia dei Diritti, movimento guidato da Antonello De Pierro: “ La cosa più grave che riscontro in questa vicenda è l'impossibilità dei comitati cittadini nel conferire costruttivamente con le amministrazioni municipali, nonostante ci siano leggi apposite. Sentire risposte di impotenza da parte dei controllori della situazione, trovarsi di fronte alle solite promesse, tipiche del mese pre-elettorale, ma soprattutto defilare in un limbo anche richieste di ripristino, da parte della componente legale dell’amministrazione stessa, rappresentata dal Difensore Civico Ferranti, palesa quanto sia arduo essere tutelati in una città come Roma”. E conclude: “Gli esponenti dell'amministrazione devono fornire risposte certe e noi, come Italia dei Diritti, rappresenteremo il megafono di una voce dei cittadini che non viene ascoltata”.

martedì 7 luglio 2009

Incremento sicurezza privata a Roma, il commento di Calgani


Il responsabile romano dell’Italia dei Diritti: “Questa tendenza è determinata dal fatto che gli amministratori non riescono a garantire la sicurezza ai cittadini nonostante l’abile propaganda”


Roma - “Ci si sente abbandonati e chi ha possibilità economiche cerca una sicurezza alternativa”. Questo il primo commento del responsabile per Roma dell’Italia dei Diritti Alessandro Calgani in seguito al boom di richieste per rendere più sicure le case e, per chi dispone di più mezzi, il ricorso a guardie private per sorvegliare le abitazioni, soprattutto nell'area nord-ovest della città. “La crescente necessità economica - spiega Calgani - fa si che molti si stiano improvvisando in delinquenti dell' ultima ora e i tagli alle risorse delle forze dell'ordine sicuramente non agevolano il quieto vivere”. L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro esprime le sue perplessità su questa sorta di “sicurezza fai da te” quale soluzione alle carenze dell’organico nei corpi di polizia e carabinieri e così conclude: “Il problema è che la maggior parte dei cittadini romani non è nelle condizioni per provvedere da soli alla propria sicurezza, spesso è già un traguardo riuscire a pagare le bollette. I dati però parlano da soli e una città come Roma non può essere consegnata alla criminalità”.