venerdì 16 luglio 2010
A Roma in nero sei affitti su dieci, l’indignazione di Girlando
Il viceresponsabile capitolino dell’Italia dei Diritti: “Comportamento che configura il reato di evasione fiscale”
Roma - A Roma il 60% degli affitti per gli universitari fuori sede è in nero. Il 70% degli appartamenti non corrisponde alle descrizioni che ne vengono fatte sugli annunci, nonostante questo i prezzi risultano esorbitanti, con una media di seicento euro mensili per una stanza. Coinvolti in misura maggiore gli studenti non residenti nella Capitale, molti, uno su quindici subiscono la perenne scarsità di posti letto disponibili nelle strutture convenzionate e vengono costretti a cadere nella rete delle locazioni illegali.
“Questa – interviene Giuliano Girlando viceresponsabile per Roma dell’Italia dei Diritti – è la grave conseguenza della mancanza di un piano di edilizia scolastica a tutela degli studenti universitari, una questione irrisolta da parte della gestione comunale, specialmente a Roma, così come nelle altre città sedi di atenei che non affrontano definitivamente la situazione. Urgono – continua Girlando – risposte immediate da parte dei responsabili comunali romani e soprattutto dal Governo per quanto concerne le politiche universitarie. Dal Ministro Gelmini abbiamo visto attuata solo la politica dei tagli e non quella degli investimenti e delle risorse.”
Condizioni disagevoli pagate un prezzo salatissimo per i ragazzi, gli annunci infatti non descrivono l’amara realtà fatta di stanze senza finestra, posti letto in comune, uso della cucina permesso ad orari rigidi o non consentito affatto, il tutto senza un regolare contratto d’affitto.
“Il problema degli affitti in nero – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – è una forma di illegalità purtroppo assai diffusa nel paese, serve un maggiore controllo da parte delle autorità competenti, si tratta di un comportamento che configura il reato di evasione fiscale .”
giovedì 15 luglio 2010
Arrestato per tangenti ufficiale dell’Esercito, la condanna di Calgani
Il responsabile per Roma dell’Italia dei Diritti esorta a distinguere: che la legittima condanna di un atto illecito non condizioni la libera attribuzione delle responsabilità
Roma – Il primo rischio è il «pensiero inutile», il pensiero qualunquista da bar del lunedì mattina, che confonde cronaca, politica e notizie sportive. «La prima cosa che passa nella mente di tutti coloro che apprendono notizie come queste è che politici, amministratori e militari sono tutti uguali – commenta il responsabile romano dell’Italia dei Diritti, Alessandro Calgani – Credo che sia il caso di evitare questa forma di pensiero inutile».
A balzare ai dubbi onori della cronaca è F.P., 49 anni, tenente colonnello dell’esercito, di stanza presso il comando dei supporti delle forze operative terrestri di base alla Cecchignola, arrestato in flagranza di reato dai carabinieri del nucleo operativo mentre all'interno del suo ufficio riceveva dalle mani di un imprenditore una tangente di circa 5mila euro.
«Questi atti deplorevoli non possono che essere condannati, ma sono propenso a considerarli fenomeni fisiologici di malcostume che si riscontrano ovunque – rincara la dose l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – e poi bisognerebbe pensare che gli attori coinvolti sono sempre due. Da una parte un rappresentante del mondo delle istituzioni, dall’altra di quello economico. Il tornaconto è di entrambi, come le responsabilità».
Non solo. Il vero rischio connesso al «pensiero inutile» è che quello che tutti pensano prenda il posto di ciò che non tutti vedono, o vorrebbero vedere. « Il problema – conclude Calgani – è l'incremento di questi fenomeni, che si tende ad omettere dalle cronache, piuttosto che a contrastare radicalmente. Roma ha una grande opportunità, ma l'esempio dovrebbe nascere anche dai suoi amministratori, che spesso invece fanno notizia per essere coinvolti in atti analoghi».
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venerdì 9 luglio 2010
Autobus senza aria condizionata a Roma. La reazione di Soldà
Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Con le attuali temperature è una condizione da Terzo Mondo
Roma, 9 luglio 2010 – Torna l’estate e si ripropongono gli annosi problemi che affliggono coloro che sono costretti ad utilizzare i mezzi pubblici. Da una recente indagine emerge che sette autobus dell’Atac su dieci sono sprovvisti di aria condizionata oppure c’è ma non funziona.
“Una condizione da Terzo Mondo, – commenta così Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti – ormai l’aria condizionata, viste le temperature che durante l’estate si registrano a Roma, non può essere considerata un bene superfluo, di lusso”.
Il pensiero dell’esponente del movimento extraparlamentare guidato da Antonello De Pierro è rivolto a chi non ha altra scelta che utilizzare i mezzi pubblici, ma anche a chi si trova a sobbarcarsi i numerosi problemi esistenti per una scelta ecologista o di pura comodità: “I centri di interesse lavorativi, culturali e sociali della Capitale, hanno la caratteristica di essere diffusi a macchia di leopardo sull’intero territorio e molti sono quelli che decidono di lasciar a casa il mezzo privato, pertanto la puntualità, la pulizia e la presenza di comodità che rendano piacevole il viaggio sono necessari, soprattutto ora che si sta profilando un ulteriore rincaro del costo del biglietto. Questa sarebbe l’ennesima dimostrazione di un’amministrazione sprecona e sciatta”.
Roma, 9 luglio 2010 – Torna l’estate e si ripropongono gli annosi problemi che affliggono coloro che sono costretti ad utilizzare i mezzi pubblici. Da una recente indagine emerge che sette autobus dell’Atac su dieci sono sprovvisti di aria condizionata oppure c’è ma non funziona.
“Una condizione da Terzo Mondo, – commenta così Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti – ormai l’aria condizionata, viste le temperature che durante l’estate si registrano a Roma, non può essere considerata un bene superfluo, di lusso”.
Il pensiero dell’esponente del movimento extraparlamentare guidato da Antonello De Pierro è rivolto a chi non ha altra scelta che utilizzare i mezzi pubblici, ma anche a chi si trova a sobbarcarsi i numerosi problemi esistenti per una scelta ecologista o di pura comodità: “I centri di interesse lavorativi, culturali e sociali della Capitale, hanno la caratteristica di essere diffusi a macchia di leopardo sull’intero territorio e molti sono quelli che decidono di lasciar a casa il mezzo privato, pertanto la puntualità, la pulizia e la presenza di comodità che rendano piacevole il viaggio sono necessari, soprattutto ora che si sta profilando un ulteriore rincaro del costo del biglietto. Questa sarebbe l’ennesima dimostrazione di un’amministrazione sprecona e sciatta”.
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