lunedì 18 gennaio 2010



Soldà contro la deriva dell’ospedale Pertini di Roma



Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Inaudito che manchino strumenti base come le flebo e che i parenti supportino i turni del personale carente in organico, i cittadini devono disporre di servizi adeguati”



“Per quanto concerne la Sanità, nessuna buona nuova: oggi è l’ospedale Pertini, domani può essere un’altra struttura. A parte qualche centro d’eccellenza, in termini qualitativi si registra comunque una situazione di stallo generale”. Questo il duro e amaro commento del vicepresidente dell’Italia dei Diritti Roberto Soldà riguardo alla denuncia di alcuni parenti di pazienti ricoverati all’ospedale Pertini di Roma che segnalano la mancanza di strumenti essenziali quali termometri, flebo, apparecchiature indispensabili come quelle per la registrazione dei parametri vitali e tanti altri strumenti. In aggiunta a ciò, la carenza d’organico. Il personale presente si sacrifica ma è necessaria la collaborazione dei parenti per alleviare i disagi causati dall’insufficienza di infermieri e ausiliari. Prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro: “Queste carenze strutturali sono divenute ormai croniche, è inaudito che i parenti debbano ritrovarsi ad eseguire il lavoro di coloro che sono addetti alla cura dei pazienti e alla somministrazione delle terapie e dei pasti. E’ necessario che i cittadini, soprattutto nei momenti più difficili della loro vita, dispongano di servizi appropriati. E’ anche un diritto degli operatori sanitari lavorare in condizioni umane fornendo loro un organico sufficiente e la strumentazione adeguata. In tal modo si eviterebbero loro turni massacranti e si assicurerebbero migliori servizi per gli utenti. Mi auguro – conclude Soldà – che vengano presto fornite risposte concrete a tale denuncia perché non è certo questa la Sanità che desiderano i cittadini”.

Stop del tribunale su cessione ramo aziendale da Eutelia ad Agile, Criseo con i lavoratori




Stop del tribunale su cessione ramo aziendale da Eutelia ad Agile, Criseo con i lavoratori



Il responsabile Lavoro e Occupazione dell’Italia dei Diritti: “Sostegno a chi è in difficoltà e ai precari invisibili, nonostante questa vittoria sull’emergenza lavoro il paese attende ancora risposte”




“In questo paese, in cui ci si scontra sul colore dei calzini di un magistrato facendo finta che la crisi sia finita mentre ci sono lavoratori sui tetti a protestare, altri fanno lo sciopero della fame, sarebbe opportuno che la politica, quella con la P maiuscola, facesse la propria parte”. Queste le aspre dichiarazioni del responsabile per il Lavoro e l’Occupazione dell’Italia dei Diritti Giuseppe Criseo sulla vicenda dei lavoratori dell’ex Eutelia che hanno vinto una prima battaglia ottenendo dal tribunale la bocciatura della cessione del ramo aziendale IT alla società Agile. La Magistratura ha infatti giudicato antisindacale la condotta di Eutelia e ha stabilito la rimozione degli effetti di tale passaggio di proprietà. Nonostante la vittoria di questa prima lotta, madre di tante altre e simbolo della crisi, prosegue con toni duri l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro: “Gli scontri sono su altro, mentre i lavoratori assistono alla chiusura dei loro posti di lavoro oppure sono in cassa integrazione. Ci sono poi casi in cui il tribunale ha dato ragione ai dipendenti, vedi vicenda Eutelia, bocciando la cessione del ramo d'azienda. Ci vorrebbe un intervento legislativo serio in materia, non le leggi ‘ad personam’ per non andare in galera. Nel frattempo – conclude Criseo - incoraggiamo e sosteniamo coloro che sono veramente in difficoltà, senza stipendio e prospettiva, i precari che non hanno visibilità: è di questi che occorre parlare, il paese attende risposte”.

mercoledì 13 gennaio 2010

Richiesti più controlli su Malagrotta, Calgani con i cittadini


La protesta di cinquantamila residenti in Regione trova il sostegno dell’Italia dei Diritti

La discarica di Malagrotta, la più grande d’Europa, continua a far parlare di sé. I comitati di quartiere Malagrotta, Pisana ’64, Bravetta, Massimina e Ponte Galeria stamattina verranno ascoltati dall’assessore Fabio De Lillo in merito alle richieste di monitoraggio ambientale da parte di un ente terzo. I cinquantamila residenti, dopo cinque anni di proroghe, chiederanno inoltre l’indicazione di una data ultima e definitiva per la chiusura della discarica.

Italia dei Diritti, da sempre sensibile alle tematiche ambientali, nella persona del responsabile romano Alessandro Calgani, intende manifestare il proprio sostegno nei confronti dei cittadini del XVI Municipio: “Quando si transita davanti a Malagrotta emerge la comprensione se non addirittura la pena per chi abita in zona”, ha commentato l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro. “E' una provocazione – spiega –, forse neanche troppo, ma inviterei tutti coloro che devono decidere le sorti della discarica più grande d'Europa a risiedere per una settimana nei pressi di questo scempio. Quello che vorrei è innanzitutto mettere in piedi un sistema di monitoraggio ambientale con controllo fumi e condotte idriche a tutela dei residenti e individuare collaborativamente, tra organi istituzionali e AMA, un progetto di smaltimento dei rifiuti in altro sito e con politiche di rigenerazione efficienti che non possono prescindere da una raccolta porta a porta. La condivisione ci deve essere – conclude Calgani – così come la disponibilità reciproca degli attori chiamati in causa e non può presentarsi solo quando si regalano all'AMA risorse destinate ai cittadini, quali il complesso del Centro Carni, al fine di risanare un bilancio frutto di una gestione dissennata di un’azienda municipalizzata”.